Chioggia disegnata. Città, laguna e campagna nel Catasto Napoleonico del 1808 e nelle immagini di oggi

(pubblicato nel 2016)

copertina libro chioggia disegnata Dopo la Saccisica e la città di Padova, il nostro sguardo, quest’anno, si fissa su Chioggia, i borghi, le valli, le terre. Ancora una volta l’osservare interessato utilizza un punto di vista del tutto particolare: quello dei tecnici e degli esperti che agli inizi dell’Ottocento compilarono il Sommarione e le mappe che diedero vita, nel loro insieme, al Catasto Napoleonico, del quale appunto ci siamo già occupati in merito all’area del Piovese e a quella Padovana.
Certo, si tratta di una mole di notizie talora un po’ parziali, non del tutto complete (come osservano gli storici autori dei saggi contenuti in questo volume), ma che rappresenta pur sempre un patrimonio conoscitivo di straordinario valore. Sostanzialmente per due motivi. Il primo sta tutto nel fatto che il Catasto Napoleonico, nato per motivi fiscali, cioè per stabilire il “dovuto” a diversi proprietari di aree e beni, si pone come una svolta nella conoscenza di Chioggia e del suo territorio. Quando si avviò la meticolosa indagine, erano passati pochi anni dalla fine della Serenissima Repubblica; allora, nel 1808, con mappe e sommarione si aprì una nuova stagione; anche per Chioggia. Un po’ azzardando, si potrebbe dire che si tratta dell’avvio del tempo moderno, quello che porterà la città lagunare e Sotto Marina a mutare in maniera sempre più consistente la sua configurazione territoriale, ma anche sociale ed economica.
Dagli inizi dell’Ottocento, dunque, Chioggia non sarà più la stessa, con una serie di mutamenti che la porteranno a divenire quella che oggi siamo abituati a considerare. Per questo (e siamo al secondo motivo che pone in primo piano il valore del Catasto Napoleonico) è decisivo partire proprio da tale patrimonio di indagine, di rilevamenti, di studi. Forse andare indietro nella memoria storica di duecento anni può sembrare eccessivo per valutare il presente: nello specifico non lo è per nulla, perché quello “fotografato” in quei tempi lontani è un punto di avvio imprescindibile per cogliere evoluzioni e mutamenti successivi.
Siamo dunque particolarmente soddisfatti di poter offrire ai cittadini del Clodiense, e più in generale ai cultori della storia veneta, questa raccolta, tale patrimonio di dati ancora in buona parte sconosciuti. Lo facciamo, tra l’altro, in un momento storico particolare: quello in cui la Banca di Credito Cooperativo di Piove di Sacco si accinge (grazie alla fusione con la BCC di Sant’Elena approvata dall’assemblea dei soci delle due banche domenica 30 ottobre 2016) a divenire Banca Patavina dal primo gennaio 2017. Il nuovo nome non deve assolutamente indurre al sospetto della riduzione dell’impegno territoriale della nostra Cooperativa nel territorio Clodiense; questa pubblicazione testimonia infatti ancora una volta la volontà della nostra Banca di essere presenti e attivi a Chioggia, riproponendo la storia del suo passato, soprattutto per guardare al futuro.

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