Secondo l’Istat, in Veneto, gli imprenditori ultrasessantenni sono in aumento, registrando un segno +36,4% dal 2013 al 2023, con un ricambio generazionale che negli ultimi 6 anni ha riguardato solo l’11,6% delle aziende. E dalle previsioni la tendenza non cambierà: solo l’8,5% sarà coinvolto in un passaggio di testimone, dato comunque superiore alla media nazionale che si attesta sul 7,9%. Contestualmente le aziende giovanili hanno subìto una flessione del 41,1%.
C’è un altro dato però che sta emergendo: lo scorso anno, delle 3820 nuove aziende, il 32,7% sono under 35; numeri che, come sottolinea il Centro studi di Confartigianato Imprese Veneto, da un lato inducono all’ottimismo per la dinamicità giovanile, ma dall’altro preoccupano per il destino delle imprese cosiddette tradizionali.
“Se i dati confermano che ci sarà anche in futuro una concreta difficoltà di passaggio generazionale, dobbiamo attrezzarci a modificare la nostra visione per le imprese – afferma il presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto – perché i laureati di oggi diventeranno gli artigiani di domani”.
“Il 22,3% degli imprenditori artigiani regionali ha più di 60 anni – spiega – e senza un ricambio si rischia di disperdere un patrimonio fatto di mestiere e qualità. Quindi dobbiamo creare una vera e propria filiera generazionale di competenze, che parta dalla formazione, dai percorsi universitari, fino ai tirocini. Dai dati si evince infatti che non è vero che i giovani cerchino solo il posto fisso per avere certezza di retribuzione e più tempo libero. È necessario cambiare prospettiva. Nella gestione aziendale non dobbiamo più pensare a un ricambio di padre in figlio, ma a un ricambio di competenze, siano esse manageriali, organizzative o di business”.
“A nostro avviso per agevolare l’imprenditorialità giovanile occorrono strumenti ad hoc, per esempio il credito di imposta per i giovani che vogliono rilevare l’azienda di famiglia, subentrare in un’impresa già avviata o creare una propria attività. – è il pensiero del presidente Boschetto - Inoltre abbiamo segnalato al sistema universitario di individuare più percorsi professionalizzanti direttamente spendibili nell’impresa e in stretta connessione con le specificità del territorio”.
Tra l’altro Confartigianato Imprese Veneto ha sollevato la necessità di rendere più diffusi e appetibili per le micro e piccole imprese strumenti come il Dottorato Industriale, che prevede la creazione di progetti di ricerca in sinergia tra azienda, studenti e università. Lo sviluppo di questa realtà consentirebbe alle nostre ditte di concretizzare ed istituzionalizzare la loro funzione di laboratori di innovazione e sviluppo, specifica dell’Intelligenza Artigiana”.
“Purtroppo incentivi e agevolazioni sono per gli Under 35, – afferma Gianni Mezzalana, neo eletto presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Veneto – ma andrebbe rivisto il limite d’età. Oggi i giovani prima di avviare un’attività in genere si laureano, poi, se hanno l’opportunità fanno tirocini ed esperienza in azienda, e nella fase successiva, se hanno la capacità economica, decidono di avviare una propria attività. In genere avviene tra i 30 e i 40 anni. Sarebbe bene ipotizzare un’estensione degli aiuti per tutti coloro che vogliono fare impresa, snellendo anche gli aspetti burocratici ed amministrativi”.
Anche secondo Cna (Confederazione nazionale artigianato) uno dei nodi cruciali della realtà delle piccole e medie imprese è legato al passaggio generazionale. La conformazione del tessuto imprenditoriale veneto, infatti, è per il 74% a controllo familiare; il 21,8% delle imprese con oltre 3 addetti, tra il 2013 e il 2023, ha affrontato il passaggio generazionale, al quale purtroppo sopravvive una impresa su quattro. La delicata fase del passaggio è quindi una delle cause principali che possono determinare la chiusura o la continuità di una impresa artigiana. E ancora, secondo l’Osservatorio Economia e Territorio di CNA Veneto, prosegue infatti il calo del numero di ditte attive in Veneto: negli ultimi quattro anni la regione ha perso quasi 8.300 imprese e rispetto a fine 2019 si osserva una flessione di 1,9 punti percentuali, molto al di sopra di quella totale italiana (-0,8%).
Nonostante questo quadro, in Regione un giovane su tre sogna ancora di fare l’imprenditore: la Generazione Z mette cuore e idee, ma è necessario fare in modo che questo desiderio diventi possibile per ridare impulso e nuova linfa alle realtà imprenditoriali. A conforto va sottolineato che in Veneto le imprese giovanili calano meno: rispetto al 2019 il Veneto è stato infatti colpito in maniera minore dalla flessione delle imprese giovanili (-3%) rispetto a Campania (-9%), Sicilia (-11,8%) e Puglia (-7,3%). Insomma, lo spazio di manovra c’è, anche in considerazione del fatto che le società di capitali registrano una dinamica positiva: è in atto una ristrutturazione del tessuto imprenditoriale giovanile veneto; dal 2020 (post pandemia), questa dinamica è tornata a crescere nei due anni successivi.
“Come CNA – dichiara il Segretario Veneto, Matteo Ribon – apprezziamo lo sforzo della Regione per l’erogazione di contributi alle PMI giovanili. Allo stesso tempo, sollecitiamo le Istituzioni affinché venga elaborata una nuova modalità per trattare “la questione generazionale”: non solo misure di sostegno e incentivazione occasionali, ma un approccio di sistema in grado di cogliere e valorizzare gli orientamenti e le predisposizioni delle giovani generazioni e delle imprese giovanili, aiutandole nel loro percorso di nascita e sviluppo, e che riconosca loro lo status di protagonisti del cambiamento in atto”.
“Sappiamo bene quali siano i numeri delle perdite di giovani imprese e anche di giovani in fuga dal nostro territorio. – chiosa Diego Stimoli, Presidente CNA Giovani Imprenditori Veneto – Dobbiamo rimettere in campo una reale possibilità di aprire un’impresa per quelle ragazze e per quei ragazzi che abbiano una predisposizione verso il mondo imprenditoriale veneto e che, come molti nostri coetanei, si trovino in condizioni di incertezza e vulnerabilità. È necessario fornire a tutti coloro che vogliono provare a mettersi in gioco e a fare impresa, gli strumenti e le conoscenze necessarie per farlo, così da poter dare loro l’opportunità di realizzare il loro sogno e di costruirsi un futuro”.