03/12/2025
La marea della non-autosufficienza cambia lo scenario futuro

La Fondazione Bressan sta lavorando a un progetto di straordinaria importanza per il territorio vicentino: la realizzazione di una nuova struttura residenziale dedicata agli anziani non autosufficienti, un intervento che risponde a una necessità ormai urgente e ampiamente documentata. Per partecipare al bando regionale che mette a disposizione fino a 200 nuovi posti letto per le ULSS 8 Berica e 7 Pedemontana, la Fondazione ha richiesto l’assegnazione di 120 posti e ha avviato una raccolta di contributi presso realtà significative del territorio, tra cui BCC Veneta, chiamata a sostenere un progetto che incide direttamente sulla qualità della vita della comunità locale.

La richiesta nasce all’interno di un contesto demografico in rapido mutamento, fotografato con precisione dalla ricerca condotta per conto della Fondazione. Lo studio, che prende in esame i distretti di Vicenza Est, Vicenza Ovest e Alto Vicentino, rivela una tendenza netta e destinata a consolidarsi: la popolazione totale diminuisce, mentre crescono in modo costante e consistente le fasce più anziane. L’indice di vecchiaia del territorio, ormai prossimo a 200, raggiunge valori ancora più elevati nelle aree montane e nei comuni del capoluogo, dove in alcuni casi supera i 300 e la quota degli ultraottantenni oltrepassa il 10% della popolazione.

La ricerca mostra come questo processo sia tutt’altro che temporaneo o imprevedibile: la natalità è crollata dal 2007-2008, invertendo definitivamente il ricambio generazionale. Le proiezioni a dieci e diciotto anni confermano che la marea dell’invecchiamento continuerà a sollevarsi con regolarità e forza, allargando significativamente la platea degli anziani fragili. La non autosufficienza generale, oggi pari a 45.879 anziani nei tre distretti, raggiungerà 57.282 persone nel 2035 e 63.785 nel 2043; le forme più gravi, caratterizzate da disfunzioni importanti, passeranno dalle attuali 17.996 a 25.313. A ciò si aggiunge l’incremento delle patologie legate al decadimento cognitivo, come la demenza, già oggi con oltre 10.700 casi, destinata a superare i 13.500 nel 2043, e il Parkinson, che salirà dagli attuali 2.796 a più di 4.100.

Accanto allo scenario demografico, la ricerca mette in luce un altro fenomeno decisivo: la trasformazione profonda delle famiglie. Le reti di prossimità si stanno assottigliando a causa della diminuzione dei nuclei numerosi, dell’invecchiamento dei caregiver, dell’aumento degli anziani soli e della minore disponibilità assistenziale all’interno del contesto domestico. La casa, pur rimanendo un luogo fondamentale di cura, non potrà più sostenere da sola il carico crescente della non autosufficienza. Questo cambiamento genererà una polarizzazione sociale: da un lato anziani economicamente solidi ma privi di eredi o supporto familiare, dall’altro anziani con minori risorse economiche per effetto della contrazione delle pensioni future e di redditi familiari sempre più esigui. La conseguenza diretta sarà un aumento significativo della domanda di strutture residenziali e servizi organizzati, soprattutto per i casi più complessi.

L’offerta attuale, evidenzia lo studio, non è sufficiente a colmare il divario tra bisogno reale e servizi disponibili: nel Vicentino Est i posti letto coprono solo un quarto dei non autosufficienti gravi, nell’Ovest e nell’Alto Vicentino circa un terzo. Parallelamente cresce l’assistenza domiciliare, anche grazie al PNRR, ma questa non ha ancora un ruolo pienamente definito nella filiera dei servizi. Nel frattempo, la recente normativa nazionale e regionale sta ridisegnando l’intero sistema della non autosufficienza, aprendo una fase di riorganizzazione che richiede capacità di programmazione, investimenti e nuove strutture in grado di rispondere al cambiamento.

È in questo quadro che si inserisce il progetto della Fondazione Bressan: la realizzazione di una nuova struttura capace di accogliere 120 anziani non autosufficienti, rispondendo in modo concreto, moderno e sostenibile a un’esigenza territoriale sempre più pressante. La richiesta di contributo a BCC Veneta rappresenta un invito a sostenere un’iniziativa che rafforza il tessuto sociale del Vicentino e che risponde a un bisogno che non può più essere rinviato. Grazie ai dati, alle analisi e alle proiezioni emerse dalla ricerca, il progetto si presenta come una risposta consapevole, radicata e lungimirante, in grado di accompagnare il territorio nell’affrontare la marea crescente della non autosufficienza con dignità, responsabilità e visione.

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