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Nel 1894 nasceva la prima Cassa Rurale: “Un patrimonio di valori consolidato nel tempo che ci aiuta ad affrontare le sfide di oggi”
“Se quest’anno festeggiamo i 125 anni di storia dell’allora Cassa Rurale di Prestiti di Piove di Sacco e i 120 anni della Cassa Rurale di Prestiti di Sant’Elena, lo dobbiamo proprio alla natura cooperativa di queste banche Se fossero state aziende private probabilmente sarebbero state scalate, o vendute. Pian piano non sarebbero più state considerate patrimonio del territorio e della gente che le aveva volute. Invece siamo ancora qui, con un patrimonio di valori consolidato nel tempo, che ci aiuta ad affrontare le sfide di oggi”. Con questa riflessione Leonardo Toson, Presidente di Banca Patavina, è intervenuto alla cerimonia per i 125 anni dalla fondazione dell’allora Cassa Rurale di Piove di Sacco, tracciando un percorso ideale che attraversa decenni ed epoche storiche, dalla difficile condizione sociale e dalla voglia di riscatto della Saccisica alla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, segnati da profondi cambiamenti e incertezze globali. Al Teatro Marconi la ricorrenza è stata celebrata con interventi autorevoli e ricostruzioni storiche che hanno restituito il clima che ha portato alla nascita, proprio in Veneto, delle prime Casse Rurali, tra le quali anche la Cassa Rurale di Prestiti di Sant’Elena che, come ricorderemo nel corso di un convegno commemorativo in programma nel mese di novembre, celebra quest’anno i 120 anni dalla sua costituzione. Ecco dunque lo sguardo al presente: “Oggi fare banca - ha aggiunto Toson - è molto più complesso, servono risorse adeguate, serve una struttura più ampia e solida per affrontare le nuove regole del sistema economico. Oggi la competizione globale porta alla nascita di grandi aggregazioni ma chiediamoci se dobbiamo pensare solo ad essere competitivi oppure se le nostre Bcc devono anche essere in grado di intercettare determinati valori, di lavorare a livello culturale. Dobbiamo continuare a lavorare molto sul rapporto con la persona, perché mettere al centro una persona è una scelta morale. Per questo c’è bisogno di persone credibili e affidabili, che custodiscono il futuro delle persone”.
Il 2 settembre 1894, nella “Sala del Paradiso” di Piove di Sacco, Mons. Roberto Coin, il conte Radini Tedeschi e 51 soci fondavano la Cassa Rurale. Da allora molto è cambiato, tranne i protagonisti di quell’evento: il Piovese, la Saccisica e la Banca. Oggi Banca Patavina conta oltre 55.000 Clienti, più di 300 dipendenti e quasi 9.500 Soci. E’ operativa in 77 Comuni tra le province di Padova e Venezia, con 37 sportelli organizzati nei tre distretti Piovese - Clodiense, Euganeo - Estense e Padova.
Il sindaco Davide Gianella ha portato i saluti agli ospiti della Banca al Teatro Marconi ponendo l’accento proprio sulla voglia di cooperare e collaborare per il fine comune, per la crescita della Saccisica soprattutto sotto il profilo sociale, con una particolare attenzione alle persone. Il parroci del Duomo di Piove di Sacco Mons. Massimo Draghi e di Arzerello don Pietro Baretta si sono soffermati sulla figura di Mons. Roberto Coin, che ha aveva favorito la nascita della Cassa Rurale come risposta alle necessità dei contadini, dei commercianti e degli artigiani di difendersi dallo sfruttamento e dall’usura, in una parola “ha saputo valorizzare quanto di buono poteva offrire questo territorio”.
Toni Grossi, storico e giornalista, ha tracciato un parallelismo con il presente osservando come “le Casse Rurali nacquero da una globalizzazione delle idee che attraversò l’Europa. I primi furono i tedeschi, poi nel nostro Veneto è stata la Chiesa del tempo, l’unico soggetto veramente globale dell’epoca, a prendere in mano e ad ampliare il progetto, favorendo la nascita in pochi anni di decine di Casse Rurali. Sono realtà in cui le persone vengono prima dei capitali, dove ogni testa è un voto, dove la mutua solidarietà viene messa in pratica nel concreto. Allora il Credito Cooperativo era una grande rete e il filo con cui veniva intessuta la relazione era la parola”.
“Sono nate così le prime realtà in aiuto alle persone - ha osservato il senatore Antonio De Poli - e questo è scritto nel Dna delle Casse Rurali. 125 anni di storia significano 125 e più di futuro”. Gianni Xodo, docente, ha ricostruito il contesto storico e sociale della Saccisica negli anni della nascita della Cassa Rurale, soffermandosi sulle condizioni dei contadini e della povera gente, come sul ruolo sociale svolto dalla Chiesa attraversata da spinte di rinnovamento ma anche da posizioni più intransigenti. Bianca Rosa Disarò, socia di Banca Patavina e fondatrice dell’Associazione “Guariento Cultura e Arte” ha tracciato un identikit dei piovesi che 125 anni fa decisero di costituire la Cassa Rurale. Inoltre ha fatto da guida accompagnando gli ospiti proprio nella Sala Paradiso, dove venne sottoscritto l’atto costitutivo, illustrando le opere custodite nell’omonimo museo.
“La nascita della Cassa Rurale - ha concluso il Presidente Toson - e` stato un segnale e un gesto rivoluzionario: la concretezza di un’opera, di un’intuizione divenuta realtà, sotto la spinta di una cultura della condivisione, di una volontà di organizzarsi “dal basso”. Con queste prerogative originarie, l’allora Cassa Rurale non poteva che essere una banca locale, uno spazio, un luogo, un protagonista strettamente legato, anzi in simbiosi, con il territorio nel quale aveva trovato origine ed era sorta, cresciuta. Una caratteristica decisiva, che ha portato la Banca dei Piovesi, divenuta nel tempo punto di riferimento anche per altre genti del Padovano e del Veneziano, ad assumere un ruolo sempre piu` significativo ed essenziale nel contesto delle proprie comunità`”.