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È stato un intervento “a tutto tondo”, quello del presidente della BCC, Leonardo Toson, che ha informato, fatto il punto sulla situazione attuale, prefigurato quello che potrebbe essere il futuro anche immediato della Cooperativa, nella prospettiva dell’annunciata fusione con BCC di Verona e Vicenza.
Prima di tutto una considerazione sugli ultimi due anni: un tempo difficile a causa degli impedimenti e delle restrizioni imposti dal Covid, che tuttavia, pur rallentando la possibilità di incontro, non hanno di certo scalfito la capacità della banca e dei soci di vivere in pienezza e consapevolezza la mutualità che caratterizza l’esperienza del credito cooperativo.
“Abbiamo continuato a mantenere vivo il contatto con la nostra base sociale- ha detto il presidente – magari accontentandoci soltanto di relazioni “a distanza” ma non per questo prive di senso e di qualità”. Ne è stata prova il fatto che, nonostante le assemblee abbiamo dovuto svolgersi con modalità del tutto particolare, in due occasioni, 3.300 hanno voluto affidare la loro delega al legale rappresentante, manifestando comunque la loro volontà di partecipazione.
In questo tempo, non sono mancate di certo le iniziative a favore dei soci, come la possibilità da parte dei soci stessi di usufruire dell’area loro riservata nel sito internet della BCC; da qualche mese poi è stata attivata la newsletter “aziendale”, uno strumento che vuole informare in maniera rapida ed efficace tutti i componenti della base cooperativa, nella prospettiva di allargare il numero dei lettori anche ai clienti e a tutti coloro che sono interessati alla vita della Cooperativa.
“Un passo molto importante – ha poi aggiunto Leonardo Toson – è stato la nascita di Patavina con Te ETS, un’associazione all’insegna del mutualismo, uno strumento di servizio per la salute, la formazione, la cultura e il tempo libero, a favore dei nostri soci, che in pochi mesi, nel quarto trimestre dello scorso anno, ha già fatto registrare ben 555 adesioni”.
La BCC ha poi mantenuto fede a impegni ormai consolidati e nello stesso tempo sempre attenta alle emergenze legate al periodo, come i premi allo studio (riconosciuti 90 mila euro a 222 studenti), il sostegno al territorio (nel triennio tra il 2020 e il ‘22 erogati oltre 950 mila euro per 772 interventi), le moratorie concesse in pandemia per 335 milioni di euro (40% del portafoglio banca a medio e lungo termine); nei tre anni in questione sono stati concessi finanziamenti diretti per 620 milioni di euro e indiretti (attraverso la Capogruppo) per ulteriori 120 milioni; per quanto riguarda l’ecosismabonus sono stati prenotati acquisti per 100 milioni di euro, esaurendo la capacità fiscale della banca e, pro quota, della Capogruppo.
Dopo qualche dato sulla consistenza quantitativa della compagine sociale, che ha già superato quota 11mila iscritti, il presidente si è concentrato sugli impegni finanziari della Banca. “Come sempre, come dovuto, siamo un soggetto che raccoglie e restituisce al territorio. Le risorse finanziarie che ci vengono affidate sono quasi totalmente impiegate nei luoghi di nostra competenza, con lo sforzo di sostenere lo sviluppo economico e sociale di lungo periodo”. Per questo, Banca Patavina ha onorato l’impegno di destinare almeno il 95% delle esposizioni creditizie al territorio di competenza, anzi si è attestata al 98%; inoltre ha assunto il 60% delle esposizioni creditizie nei confronti di Soci cooperatori.
“Insomma – ha aggiunto Toson – continuiamo a essere un Credito Cooperativo con le persone e per la comunità, confermando i nostri valori fondativi e il ruolo di soggetto che vive o opera nella mutualità. Per noi il socio e il cliente sono sempre al centro della missione aziendale; le persone della BCC, collaboratrici e collaboratori, sono l’asse portante del nostro agire, il territorio è lo spazio privilegiato del nostro lavoro. Perseguiamo l’utile, non come fine, ma come strumento per contribuire allo sviluppo umano ed economico della nostra gente”. Attualmente BCC Patavina è presente in tre province venete, in 77 comuni, con 11.030 soci, 38 filiali (tra le quali un Centro di Consulenza), 54mila clienti e 295 dipendenti.
Dopo aver tracciato i tratti distintivi della consistenza del Credito Cooperativo in Veneto e nell’intero Paese, il presidente è entrato nel merito delle vicende di BCC Patavina.
“La nostra Banca – ha spiegato - è nata nel 2017 dalla fusione delle BCC di Sant’Elena e di Piove di Sacco; si è rafforzata lungo il percorso con l’acquisizione di ulteriori sei sportelli (ottobre 2018), e ora si appresta a intraprendere un percorso di fusione strategico e prospettico, al fine di rafforzare e migliorare il servizio. Comunque, deve essere chiaro che restiamo banca locale e di comunità, presente nel territorio da oltre 125 anni. Detto questo, siamo convinti che il cammino di crescita possa continuare attraverso una nuova fusione, con una “consorella” che abbiamo individuato in BCC Verona e Vicenza”.
Si tratta di un’opportunità da tempo individuata e che adesso è giunto in momento di cogliere. L’unione di due realtà sane, che possono addirittura rappresentare un esempio per altre aggregazioni, al punto che l’operazione viene sostenuta e vista con favore dalla Capogruppo. “Un vero e proprio laboratorio – ha aggiunto Toson - alla ricerca di una dimensione territoriale ottimale, che ci consenta di essere quello che siamo sempre stati, ma con un dimensionamento e una potenzialità adeguata alle esigenze del tempo”. Con tale iniziativa nascerà una banca, la prima per consistenza, di dimensioni e prospettive regionali, che avrà sede a Padova, una delle prime cinque nel sistema Iccrea; una realtà di 94 sportelli, 710 dipendenti, quasi 30.000 soci e oltre a 155.000 clienti.
Ma perché è utile, anzi necessaria, tale aggregazione? “Prima di tutto – ha motivato il presidente – perché vogliamo fare sempre meglio il nostro mestiere di essere Banca di Credito Cooperativo; in secondo luogo perché vogliamo avere una struttura patrimoniale e organizzativa in grado di dare risposte adeguate alle crescenti richieste dei soci, dei clienti, delle comunità; perché vogliamo rafforzare la presenza e l’operatività all’interno dei valori di sempre, come appunto il mutualismo”.
“Gli impegni che prendiamo, anche in questo momento, sono espliciti: continuare ad essere una cooperativa, vicina al territorio secondo un modello organizzativo a più poli. I vantaggi sono palesi; pensiamo ad esempio che una banca più solida dal punto di vista patrimoniale potrà servire meglio imprese e famiglie; così come il potenziale arricchimento di competenze e abilità porterà solo vantaggi a tutti coloro che beneficiano dei nostri servizi. Insomma, se vogliamo crescere, questa aggregazione appare come un passo decisivo. Tutto qui”.
Alle parole del presidente si sono poi aggiunte (su sollecitazione del presidente stesso) quelle di un socio, che in poche battute, ha evidenziato come nel nostro territorio la presenza e l’opera del Credito Cooperativo sia ancora indispensabile e apprezzata.
“Nel mio paese – ha detto Renzo Arturo Dal Bosco di Stanghella – anche le banche se ne stanno andando. Capisco che, magari per esigenze di contenimento dei costi, oggi si tende a chiudere gli sportelli e a incentivare l’uso di strumenti informatici. Ma teniamo presente che molti soci, clienti e cittadini hanno ancora bisogno del contatto e della relazione pure con i bancari. Quindi, non lasciateci soli”.
“Il nostro impegno – ha risposto Leonardo Toson – è proprio questo: poter continuare a essere quella banca locale che presidia e serve il territorio. Anzi, crescere come banca è uno strumento che ci consentirà proprio questa presenza diffusa”.