Far conoscere alla cittadinanza e soprattutto ai giovani la vitalità e le eccellenze del panorama produttivo e imprenditoriale del territorio: questo lo spirito con cui il Raggruppamento Bassano di Confindustria Vicenza ha organizzato la manifestazione “Made in BdG. Fare impresa con il territorio”, che si è svolta a Palazzo Bonaguro di Bassano, dal 18 al 20 ottobre.
Nei tre giorni dell’evento, oltre a confronti e dibattiti, una trentina di aziende si sono presentate al pubblico con un allestimento innovativo e interattivo, che ha permesso di scoprire meglio la ricchezza e la variegata realtà produttiva del territorio, alle scuole, alle famiglie e a tutti gli interessati. Tra i partecipanti non poteva mancare BCC Veneta.
“Ci siamo impegnati – spiega Alessandro Bordignon, Presidente del raggruppamento Bassano di Confindustria Vicenza – nel dare a questo evento un format innovativo, in grado di favorire una nuova collaborazione, quasi un’alleanza, tra imprese, comunità e giovani. La presentazione delle varie realtà produttive operanti nel territorio è stata strettamente collegata a quella degli Istituti educativi, il tutto all’insegna di una condivisone anche di momenti di maggiore “leggerezza”, con musica, food truck e animazione, elementi che contribuiscono a fare sistema”.
Dopo l’apertura dell’evento (venerdì), con una serata musicale, sabato il via ufficiale ai lavori di Made BdG, con la presentazione di realtà importanti sul piano formativo, come Cuoa, Its e università. In contemporanea una serie di conferenze dedicate a nodi cruciali dell’attuale momento economico e sociale, come l’innovazione, l’evoluzione del mondo del lavoro, la “Gen. Z, questa sconosciuta, un confronto tra due mondi”. Nel pomeriggio di sabato, spazio a una delle realtà di punta del territorio bassanese, la Quascom Space, Cybersecurity Engnering, che ha affrontato l’affascinante tema di come portare Bassano nello spazio.
La domenica mattina è stata dedicata soprattutto ai più piccoli, con una serie di laboratori loro dedicati, mentre al pomeriggio uno spettacolo teatrale, “Il sogno dell’imprenditore” di Paolo e Rachele Zanarella.
“Ci siamo resi conto – continua Bordignon – che i giovani spesso non conoscono la ricchezza e la modernità del nostro sistema imprenditoriale, ancora vittima di pregiudizi. Per questo abbiamo voluto offrire loro nuovi stimoli e la consapevolezza che lavorare nel proprio territorio è un valore aggiunto. Puntiamo decisamente, ad esempio, a rimuovere gli ostacoli alla migliore integrazione tra scuola e lavoro”.
Insomma, la prima giornata di lavoro di Made Bdg ha assunto a tratti le sembianze di un vero e proprio match intergenerazionale, fra temi legati al passato e sfide del futuro, con al centro sempre l’impresa, il lavoro, e l’attenzione al sociale. Tra questi, un argomento di riguardo è stato indubbiamente quello dell’appetibilità del lavoro nei confronti dei giovani. “Inevitabilmente – ha commentato il Presidente Bordignon – quando siamo di fronte ad un candidato a un impiego, cerchiamo di ritrovare i nostri valori e quelli dei nostri genitori. Per noi il lavoro è vita, non è soltanto uno strumento, ma un modo per realizzarsi e sentirsi appagati. Ma ci si può anche legittimamente interrogare se questa visione sia giusta o sbagliata. Molti giovani, in proposito, hanno dei dubbi”. Secondo Davide Dal Maso, amministratore GdM Marketing Forbes 30 Under 30, un problema fondamentale è come attirare le nuove generazioni verso il mondo del lavoro. “Secondo gli studi – ha detto il manager – la cosa più importante non è più lo stipendio, ma il bilanciamento tra vita e lavoro, la flessibilità, l’impatto sociale. Ma il fatto che i giovani non abbiano voglia di fare niente è falso, è uno stereotipo da smantellare”.
Discorsi seri, importanti, per il futuro del territorio, delle imprese, dei ragazzi e di tante famiglie. La consistenza dei temi affrontati, non ha dissuaso i bassanesi dal partecipare alle molte opportunità offerte dall’evento, magari incuriositi dal “Dome”, la struttura avveniristica allestita nel giardino di palazzo Bonaguro, e il clima che si respirava alla chiusura della manifestazione era improntato all’ottimismo e alla soddisfazione, soprattutto da parte dei promotori, per avere “teso la mano” alla città, trovando (soprattutto tra i giovani) chi ha accolto volentieri l’invito.